Il chirurgo di guerra fondatore della ONG ci lasciava il 14 agosto del 2021. Ma le sue idee vivono, sempre più forti.
Gino strada, chirurgo di guerra milanese nato nel 1948, specializzatosi negli Stati Uniti a Stanford e Pittsburgh in trapianti, è morto un anno fa, a 73 anni. Nel 1994 ha fondato, con la moglie Teresa Sarti, la ONG EMERGENCY. Da allora, sino alla data della sua morte prematura, ha curato e salvato oltre 12 milioni di persone, in prevalenza bambini ed anziani, vittime di guerre e di malattie in numerosi Paesi del Mondo ancora sconvolti da conflitti a fuoco oppure oppressi dalla povertà assoluta. Li ha curati uno ad uno, «una persona alla volta», per citare il titolo del libro edito da Feltrinelli, che narra le sue esperienze di medico on the road, o sulla strada. Nomen omen. In un nome, il destino di un uomo.
LA PIETAS PRATICATA DA GINO STRADA
Io so che, se Gino fosse ancora vivo, si schermirebbe dalle mie parole, troppo intelligente ed umile com’era. Ma sento il desidero di condividere un pensiero: considero il dottor Strada un eroe moderno. Un immenso uomo che ha incarnato in tutto e per tutto i valori della Pietas degli antichi romani- Divinità astratta- che esprimeva il complesso dei doveri che l'uomo ha sia verso i propri genitori sia verso il genere umano, in uno spettro più ampio.
Venti anni fa, nel 2002, una sua dichiarazione pubblica mi ha fatto riflettere molto: «La questione è: quanti secondi ci mettiamo a digerire decine e centinaia di morti di guerra e a cambiare argomento?»
Ecco oggi il genocidio in Ucraina, a due passi dall’Italia, nel cuore d’Europe, porta drammaticamente all’attualità le sue profetiche parole: la guerra non solo non serve e non insegna nulla ma porta via con sè anche migliaia di vite umane senza un vero senso, perché senso non ne ha. La guerra, come diceva Albert Einstein, si può solo abolire.
MEDICO SENZA RISERVE
Quando era un giovane e brillante medico all’inizio della sua carriera, racconta egli stesso, avrebbe avuto davanti a sè tutte le porte aperte. La promessa di un folgorante cursus professionale, danaro, prestigio, agio e nessuna preoccupazione. Ma per Gino, e diremmo per la fortuna del Mondo intero, il destino e, soprattutto, la sua perseveranza, gli hanno riservato qualcosa di diverso e grandioso. Un disegno umanitario che si è compiuto appieno, lasciando una legacy speciale a tutti noi.
Gino era apolitico, apartitico e libero nelle sue scelte. Questo ha fatto di lui un personaggio spesso scomodo e pungente. Egli ricordava sempre che: «L’antidoto alla guerra stà nella costruzione dei diritti umani». Queste sue dichiarazioni risultavano indigeste sia ai vertici dei regimi dittatoriali e militari nei cui Paesi lui e la sua ONG EMERGENCY operavano in aiuto a profughi e vittime di guerra, sia a numerosi esponenti di partiti, per lo più di estrema destra, dell’Europa Occidentale. Italia compresa.
Se la politica si esplica nella buona pratica della gestione di un Paese intero, allora Strada è stato, suo malgrado, un eccellente politico, pur non avendo mai rivestito ruoli istituzionali, né in Italia né all’estero. Ci ha insegnato la cura per gli altri. Il rispetto. L’attenzione. La carità, non necessariamente attributi religiosi. Da laico - e da laica - pongo Gino Strada nel mio personale altare delle persone da «ringraziare» nel senso di averne profondo rispetto nel ricordo e venerazione umana nel parlarne.
In lui rivedo anche, nella versione cristiana, le opere di Santa Madre Teresa di Calcutta, donna piccola e rocciosa, ruvida e dolcissima la quale, come Gino, ha dedicato, sporcandosi le mani, la sua vita agli ultimi della Terra. E, se ci credete, il Vangelo dice che gli ultimi saranno i primi. Ciao Gino buon viaggio e che quella Terra ti sia lieve!
SULL' AUTORE
Io sono Barbara Benzoni. Sono Italiana, milanese, romana di adozione, toscana per passione, americana per devozione alla terra del coraggio e delle novità: gli USA. Sono la mamma entusiasta di Peter e la compagna felice di Ale. Il cinema, l’arte, il buon cibo e solo le cose belle sono il tema della mia esistenza. La laurea in lettere mi ha insegnato a liberare la mente, il master in management dello sport a imbrigliare le mie passioni, trasformandole in un lavoro.Anche lo sport è una delle passioni imprescindibili della mia vita. Da oltre 25 anni organizzo eventi sportivi, partecipo a grandi competizioni sportive internazionali e le racconto al grande pubblico. Ho avuto la fortuna di conoscere grandi campioni dello sport, artisti e registi di cinema, manager e politici. Ma la curiosità per il quotidiano e le persone dall’anima semplice sono il mio driver. Il mio motto è una frase di Mohammed Alì: “It’s not bragging if you can back it up” cioè “Non è vantarsi se lo puoi realizzare”. Da grande vorrei diventare una fotografa famosa. Da grande!