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Gioco, Dunque Sono!

L’attività fisica, praticata sin da bambini, apre la mente e favorisce la socializzazione


Mio figlio Peter, 4 anni d’età, gioca con tutto, sempre. Lego, Playmobil, distribuiti democraticamente. Animali gommosi di ogni foggia e specie, circa 1000, grazie ai quali ha imparato l’italiano, i nomi e le caratteristiche, gli ambienti di vita e, sulla spinta della curiosità, si è fatto portare almeno quattro volte al Bioparco di Roma per «salutare i suoi amici» come dice lui. Ritengo scontati: palloni, peluches, costruzioni, cibi di plastica con annessa cucina da chef, bambole, macchinine, colori vari e puzzles di ogni tipologia. 


IL GIOCO PRIMA DI TUTTO

Giocare è vita. E’ portatore di salute mentale. E’ l’anticamera della socialità scolastica. Fornisce il linguaggio del «giochiamo a fare qualcosa», anticipatorio dei ruoli che ognuno di noi rivestirà, questa volta davvero, nella propria vita. 


Tempo fa, su Libraio.it, ho letto l’intelligente commento di Simonetta Tassinari, insegnante e scrittrice: «Nella sua città ideale, raffigurata nella ‘Repubblica’, il greco Platone afferma che gli anziani dovranno sorvegliare i bambini mentre giocano per intravederne le qualità. Perché il gioco è una delle attività più serie a cui gli esseri umani possono dedicarsi, anzi, secondo il filosofo Hegel (che pure non era un burlone), è la cosa più seria, e la più vera, per un uomo»


LO SPORT NASCE COME UN GIOCO

La parola desporter era per i francesi l'equivalente di divertirsi e desport era lo svago, la ricreazione, il tempo libero.Sin da piccoli, quindi, è bene avviare i nostri bambini, unitamente ai giochi casalinghi o nei parchi, con i coetanei, anche alla pratica di discipline sportive. 


Tutte quante, oltre a garantire sicurezza e serenità in quanto svolte con la supervisione ovvia degli adulti, garantiscono l’insegnamento delle regole basi del vivere sociale. Il rispetto dell’altro, i tempi di esecuzione, l’autorevolezza di chi ti dice cosa fare e come farla. Niente di rigido, solo un approccio alla vita sano e giocoso, appunto, dove muoversi e raggiungere, a piccoli passi, grandi obiettivi in autonomia è piacevole e gratificante. Sia per i bimbi che per gli adulti. 


Il gruppo inteso come Team sportivo, poi, crea un forte senso di appartenenza che si radica nell’infanzia e ci accompagna per tutta la vita. Peter, oltre al nuoto, pratica il tennis e, dai 3 anni, ha avuto il privilegio di appartenere alla schiera di bambini allenati dallo staff del Foro Italico in Roma, prestigioso circolo che ha dato i natali tennistici ad Antonio Zugarelli, ex giocatore Nazionale, Campione di Coppa Davis nel 1976. Antonio, da circa 60 anni, è ogni giorno in campo, aiutando, allenando ed incitando al gioco i bambini di tutte le generazioni. La lezione più grande che dà loro è: nulla è impossibile, credeteci. E divertitevi! 

SULL' AUTORE

Io sono Barbara Benzoni. Sono Italiana, milanese, romana di adozione, toscana per passione, americana per devozione alla terra del coraggio e delle novità: gli USA. Sono la mamma entusiasta di Peter e la compagna felice di Ale. Il cinema, l’arte, il buon cibo e solo le cose belle sono il tema della mia esistenza. La laurea in lettere mi ha insegnato a liberare la mente, il master in management dello sport a imbrigliare le mie passioni, trasformandole in un lavoro.Anche lo sport è una delle passioni imprescindibili della mia vita. Da oltre 25 anni organizzo eventi sportivi, partecipo a grandi competizioni sportive internazionali e le racconto al grande pubblico. Ho avuto la fortuna di conoscere grandi campioni dello sport, artisti e registi di cinema, manager e politici. Ma la curiosità per il quotidiano e le persone dall’anima semplice sono il mio driver. Il mio motto è una frase di Mohammed Alì: “It’s not bragging if you can back it up” cioè “Non è vantarsi se lo puoi realizzare”. Da grande vorrei diventare una fotografa famosa. Da grande!

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