E’ l’uomo italiano simbolo del coraggio, della tenacia, della rinascita dall’ennesimo incidente
Alex deve lottare ancora per vivere. Il 15 settembre del 2001, a 13 giri dalla fine di una gara di Formula Cart, sul circuito di Lausitzring, in Germania, il pilota italiano Alessandro Zanardi, per tutti Alex, da Castelmaggiore, Bologna, viene coinvolto in un pauroso incidente. Uscito dai box Zanardi perde il controllo della sua Reynard Honda, va in testacoda, si scontra con la Forsythe del collega Alex Tagliani, che in quei concitati secondi sopraggiunge a tutta velocità. Il silenzio. Le gambe amputate di netto all’altezza delle anche. La lotta per la vita. Una riconquista lunga, difficile e piena di up and down. Ma torna alla vita piena e diventa un esempio di resilienza.
ALEX UNO DI NOI
Zanardi incarna un Universo di bellezza radiosa. A partire dal suo sorriso. Contagioso, spontaneo come quello di un bambino, puro. Chi ha avuto, come me, la fortuna di conoscerlo e parlargli, ha un solo pensiero: Zanardi è dotato di forza, caparbia, umiltà, gentilezza e ottimismo che pochi esseri umani hanno. E’ un grande uomo, un campione al quale la vita ha riservato la gioia di realizzare il suo sogno, quello di correre veloce. In auto. Cart, Formula 3000, Formula 1.
VOLEVO SOLO PEDALARE
Dopo l’incidente torna a gareggiare con il sorriso, nel paraciclismo. Per caso vede, ferma ad un Autogrill, un’automobile parcheggiata con una handbike al seguito. Scatta la curiosità, ed ecco fatto. Zanardi «inciampa» in una seconda vita. Si allena, gareggia e, naturalmente primeggia. Come scrive nel suo libro, lui, «voleva solo pedalare! L’ironia è l’altra arma di Alex.» Conquista così quattro medaglie d'oro ai Giochi Paralimpici di Londra 2012 e a Rio 2016, e otto titoli ai Campionati Mondiali su strada.
Il 12 ottobre 2014 compie l’ennesima impresa. Dopo estenuanti allenamenti nel 2015 partecipa all’Ironman World Championship a Kona, alle Isole Hawaii: 3,8 km da percorrere nuoto, 180 km con la handbike e 42 km con la carrozzina olimpica. In meno di 10 ore Zanardi scrive la storia. Dichiara entusiasta via Twitter: «Che emozione. Migliaia di persone che urlano il tuo nome e lo speaker che dichiara: Alex Zanardi, you are an ironman!"» Il cantautore Roberto Vecchioni una volta ha dichiarato che: «Avrebbe portato Alex su Marte per far vedere agli alieni cos’è veramente un uomo».
UNA NUOVA SFIDA
Invece che su un pianeta alieno, un altro incredibile e fatale incidente lo distrae, di nuovo, dalla vita. Il 19 giugno2020, in piena Pandemia Covid-19, partecipando all’iniziativa benefica «Obiettivo Tricolore» promossa da atleti disabili, sulla strada provinciale 146 tra Pienza e S.Quirico d’Orcia, in Toscana, viene travolto da un mezzo pesante. Lo schianto è devastante. La famiglia lo protegge con la discrezione dovuta e chi lo ama rispetta la scelta.
Zanardi deve tornare a lottare per la sua stessa vita prima che per il podio più alto. L’asfalto gli ha tolto ad Zanardi una sorella, morta in un incidente stradale e le sue stesse gambe, senza l’uso delle quali ha raggiunto, contro ogni augurio, l’Olimpo degli Dei dello sport. Nessuno potrà togliergli lo spirito guerriero di combattere, ogni giorno, per conquistare qualche metro in più. Nella gara della vita. Noi siamo vicini a te. Sempre. Forza Alex!
SULL' AUTORE
Io sono Barbara Benzoni. Sono Italiana, milanese, romana di adozione, toscana per passione, americana per devozione alla terra del coraggio e delle novità: gli USA. Sono la mamma entusiasta di Peter e la compagna felice di Ale. Il cinema, l’arte, il buon cibo e solo le cose belle sono il tema della mia esistenza. La laurea in lettere mi ha insegnato a liberare la mente, il master in management dello sport a imbrigliare le mie passioni, trasformandole in un lavoro.Anche lo sport è una delle passioni imprescindibili della mia vita. Da oltre 25 anni organizzo eventi sportivi, partecipo a grandi competizioni sportive internazionali e le racconto al grande pubblico. Ho avuto la fortuna di conoscere grandi campioni dello sport, artisti e registi di cinema, manager e politici. Ma la curiosità per il quotidiano e le persone dall’anima semplice sono il mio driver. Il mio motto è una frase di Mohammed Alì: “It’s not bragging if you can back it up” cioè “Non è vantarsi se lo puoi realizzare”. Da grande vorrei diventare una fotografa famosa. Da grande!