Il 27 Giugno scorso ci ha lasciati un geniale imprenditore, un self made man: dal collegio per orfani al tetto del mondo imprenditoriale
E’ morto, a 87 anni, Leonardo Del Vecchio. La nota più toccante relativa alla sua vita mi è sembrata quella legata alla sua difficile infanzia. Il piccolo Leo era un «martinin», orfano, in dialetto milanese. Da piccolo – così come altri colossi dell’imprenditoria italiana quali l’editore Angelo Rizzoli ed Edoardo Bianchi, inventore delle famose bici da corsa- ha speso anni nello storico Collegio Milanese dei «martinitt», ricoverato dalla mamma la quale, vedova e unico sostegno della famiglia con altri tre figli grandi a carico, fu costretta a rivolgersi all’Istituto affinchè accudissero il suo piccolo Leonardo.
UN MARTININ IN CIMA AL MONDO
Una lettera, scritta dalla madre per l’ammissione del figlio e diffusa nella biografia Leonardo Del Vecchio (Ed. Sperling & Kupfer) scritta da Tommaso Ebhardt, riporta che Grazia Rocco chiedeva l’intercessione del Collegio per suo figlio, di nemmeno sette anni, perché venisse strappato ai rischi di una vita randagia in strada, e gli si potesse assicurare un futuro.
Grazia scriveva: «Dovendo io andare a lavorare e non avendo nessuno a chi affidarlo il piccolo mi starebbe su la strada e prima che mi abbia a capitarle qualche disgrazia preferisco il suo ricovero anche per una più accurata educazione».
A fronte di questo si sarebbe impegnata a versare 60 lire al mese (30 cents di dollaro) per il sostentamento di Leonardo. Un bambino che, nel tempo, ha sempre ricordato come la vita in collegio lo abbia salvato ma, anche, molto provato. «Vivere in Istituto ti segna. Chi non l’ha vissuto, non può capire». Un bimbo, divenuto, nel tempo, il secondo uomo più ricco d’Italia, simbolo del Made in Italy.
DALLE MONTAGNE A WALL STREET
A 14 anni, da garzone ad operaio a cavaliere del lavoro. La strada è lunga. Designer industriale, imprenditore di genio, la cui intelligenza e intraprendenza lo hanno reso, negli anni, uno degli uomini più innovatori e di successo di tutti i tempi. Dal suo laboratorio di occhiali a Milano, modesto e con qualche operaio, il nucleo di The Firm nasce ad Agordo, provincia di Belluno, dove si offriva terreno gratis a chi avesse investito sul lavoro.
Dei soci storici si libera dopo dissapori e diventa autore del suo destino come proprietario unico a soli 35 anni. Nel 1981 sbarca negli USA e nel 1990 eccolo, con Luxottica, a Wall Street, tempio della finanza mondiale. Tre lauree e due master Honoris Causa dopo quel miracolo è ancora reale. Oggi ha circa 80.000 dipendenti, oltre 9.000 negozi nel mondo. E tecnica e tecnologia, dopo la fusione con la francese Essilor nel 2019, si sono declinate potentemente all’internazionale.
L’INTESA CON “ZUCK” ZUCKEMBERG
Nel 2021 EssilorLuxottica e Meta (ex Facebook) hanno unito le forze e lo slancio nel creare prodotti innovativi e tecnologicamente vicini al desiderio di migliorare la vita delle persone. Si legge nella presentazione del prodotto che i nuovi Smartglasses Ray-Ban Stories: «Integrano una dual camera da 5 MP con funzionalità foto e video, auricolari open-ear molto discreti e un sistema audio composto da tre microfoni per riprodurre suoni e voce in alta qualità durante le telefonate e i video». Leonardo, come il suo illustre predecessore Da Vinci, ha già anticipato anche il futuro più brillante.
IL FUTURO, SECONDO LEONARDO
L’uomo che aveva come filosofia il lavoro guidato dall’intraprendenza ha lasciato, oltre che eredità economiche ed esempi da seguire anche dei consigli imprescindibili. Poco prima dello scoppio della guerra in Ucraina, dalle colonne del Corriere della Sera, incitava la dirigenza del Paese ad approfittare dell’atteggiamento di fiducia nei confronti dell’Italia. Sosteneva che fosse necessario svincolarsi dal passato e pensare in grande, rinunciando ai particolarismi.
SULL' AUTORE
Io sono Barbara Benzoni. Sono Italiana, milanese, romana di adozione, toscana per passione, americana per devozione alla terra del coraggio e delle novità: gli USA. Sono la mamma entusiasta di Peter e la compagna felice di Ale. Il cinema, l’arte, il buon cibo e solo le cose belle sono il tema della mia esistenza. La laurea in lettere mi ha insegnato a liberare la mente, il master in management dello sport a imbrigliare le mie passioni, trasformandole in un lavoro.Anche lo sport è una delle passioni imprescindibili della mia vita. Da oltre 25 anni organizzo eventi sportivi, partecipo a grandi competizioni sportive internazionali e le racconto al grande pubblico. Ho avuto la fortuna di conoscere grandi campioni dello sport, artisti e registi di cinema, manager e politici. Ma la curiosità per il quotidiano e le persone dall’anima semplice sono il mio driver. Il mio motto è una frase di Mohammed Alì: “It’s not bragging if you can back it up” cioè “Non è vantarsi se lo puoi realizzare”. Da grande vorrei diventare una fotografa famosa. Da grande!