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1972 Dino De Laurentiis: Addio Italia!

Da allora per lui grandi successi negli USA. Ma l’amore per l’Italia non si è mai sopito. 

Dino De Laurentiis è universalmente conosciuto come uno dei maggiori e più capaci produttori cinematografici della storia della settima arte, che ha contribuito ad illuminare il periodo d’oro del cinema italiano, degli anni 50 e 60 dello scorso secolo. 

E’ nato nel 1919 a Torre Annunziata, vicino a Napoli, un anno dopo la Grande Guerra del 1915/18. Da ragazzo, vendeva gli spaghetti prodotti dal piccolo pastificio del padre per le strade della città. Il primo sguardo neorealista sulla sua vita si può cogliere proprio qui: un giovane brillante cui va stretta la vita da commerciante e che punta a fare cinema. A 18 anni lascia il paese natìo e approda a Roma, al neonato Centro Sperimentale di Cinematografia, dove realizza presto che il suo futuro è dietro la macchina da presa: la sua viva intelligenza deve avergli suggerito che avrebbe potuto avere più chances senza recitare. 

DIETRO LA MACCHINA DA PRESA

Da allora, nonostante la giovane età, realizza una serie incredibile di film, circa 150 in carriera, che lo faranno assurgere all’Olimpo del Cinema mondiale. E’ ancora la fine di una seconda grande guerra mondiale, dopo il 1945, a segnare il destino del giovane Dino. Con la Lux Film diviene produttore esecutivo cinematografico, contribuendo in modo essenziale allo sviluppo dell’industria artistica di cinema in Italia nel dopo guerra. Produce molti capolavori di registi come Roberto Rossellini, Mario Monicelli e, tra gli altri, un culto tra le pellicole italiane come «Riso Amaro» di Giuseppe De Santis. Il film  ha come protagonisti il mattatore Vittorio Gassman, che quest’anno avrebbe compiuto 100 anni, Raf Vallone, gigante tra gli attori italiani e la divina appena diciottenne Silvana Mangano, futura moglie di Dino e madre di quattro dei sui sei figli. 

SILVANA, LA MOGLIE DIVA E DIVINA

 Il fato ha voluto che, nonostante il regista del film e, soprattutto, la produzione di De Laurentiis, cercassero per il ruolo di protagonista femminile un’attrice affermata come Lucia Bosè, ex Miss Italia, la scelta finale ricadesse su una giovane ed esordiente Silvana Mangano, donna di una bellezza e charme senza eguali, algida ed emozionale allo stesso tempo, capace poi di creare con De Laurentiis - che chiamava per cognome- una delle coppie più glamour del cinema mondiale, sulla scorta di Carlo Ponti e Sofia Loren. Lui per lei lasciò la prima moglie e, destino che si accanisce, si allontanò definitivamente da Silvana dopo la morte tragica, a causa di un incidente aereo, del ventiseienne terzogenito Federico, avvenuta nel 1981. 

HOLLYWOOD, SECONDA PATRIA

Esattamente 50 anni fa, nel 1972, De Laurentiis si trasferiva negli USA per protesta contro la Legge Corona, la quale riservava i sussidi solo a film a produzioni interamente italiane- sino ad allora bastava il 50%. Questo aveva spinto il produttore a «boicottare» il suolo italiano e fondare Oltreoceano la sua Dino De Laurentiis Entertainment, dove produrrà culti come Serpico, I tre giorni del Condor o blockbuster tra i quali King Kong e Conan il Barbaro

Ma l’amore per l’Italia si è palesato, ancora, anni dopo. Alla Mostra del Cinema di Venezia 2003, ricevendo il Leone d'Oro alla carriera, ha dichiarato: «…Noi siamo show-men e dobbiamo fare film solo per il pubblico. Ora voglio dimostrare al cinema italiano che ci sono grandi storie da raccontare. Ho voglia di tornare in Italia a lavorare per fare dei film che riescano ad uscire dall'Italia».

Un augurio, anche in assenza di Dino, che mi sento di fare in occasione dei novanta anni della Mostra del Cinema di Venezia, nata nel 1932.

SULL' AUTORE

Io sono Barbara Benzoni. Sono Italiana, milanese, romana di adozione, toscana per passione, americana per devozione alla terra del coraggio e delle novità: gli USA. Sono la mamma entusiasta di Peter e la compagna felice di Ale. Il cinema, l’arte, il buon cibo e solo le cose belle sono il tema della mia esistenza. La laurea in lettere mi ha insegnato a liberare la mente, il master in management dello sport a imbrigliare le mie passioni, trasformandole in un lavoro.Anche lo sport è una delle passioni imprescindibili della mia vita. Da oltre 25 anni organizzo eventi sportivi, partecipo a grandi competizioni sportive internazionali e le racconto al grande pubblico. Ho avuto la fortuna di conoscere grandi campioni dello sport, artisti e registi di cinema, manager e politici. Ma la curiosità per il quotidiano e le persone dall’anima semplice sono il mio driver. Il mio motto è una frase di Mohammed Alì: “It’s not bragging if you can back it up” cioè “Non è vantarsi se lo puoi realizzare”. Da grande vorrei diventare una fotografa famosa. Da grande!

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