Pochi giorni dopo sarebbe morta anche l’amica Lady Diana Spencer, la Principessa del popolo
Nel 1993 io incontrai, per caso, Gianni Versace all’uscita di Villa Casaurina, nell’Art Decò Historic District di Miami. Aveva, come ogni giorno, la mazzetta di giornali sottobraccio, comprati al NewsCafè, News Agent e bar molto alla moda, nonchè ritrovo trendy degli italiani trasferitisi nella golden strip della Florida, per amore del sole tutto l’anno e dello star system. Al mio passaggio mi salutò con antica cortesia e si richiuse il grande portone di ferro battuto alle spalle.
Qualche anno dopo, sentendo la notizia della sua morte, proprio sulle scale di quell’ingresso imponente, il mio primo pensiero corse a quel semplice saluto accennato. Tanto semplice quanto memorabile, frutto della gentilezza e della immensa grandezza che contraddistingueva quell’uomo.
BLOODY MIAMI BEACH
Il mondo, come me, dopo un quarto di secolo ricorda ancora la scioccante notizia. Estate 1997, il 15 di luglio. Lo stilista italiano Gianni Versace, icona del fashion system mondiale, sale le scale d’ingresso della sua spettacolare Villa a Miami Beach, quando uno sconosciuto gli si avvicina e, in pochi drammatici secondi, lo uccide sparando due colpi di pistola. Quell’uomo, poco dopo, sarà individuato dall’FBI e riconosciuto come psicopatico, affetto da disturbi della personalità. Si trattava di Andrew Cunanan, un 28enne dipendente da eroina e cocaina, il quale, nella fuga, si rifugiò in una casa galleggiante disabitata, dove si suicidò con uno sparo in bocca.
L’uomo aveva già compiuto altri quattro omicidi, sempre nel 1997. Un omicidio, quello di Gianni Versace, ancora avvolto dal mistero. Quale fu la vera causa di quella uccisione? Ritorsione, invidia, altro? L’omicida è morto. Non lo sapremo mai.
FREEDOM
Gianni Versace, genio nato in Italia, a Reggio Calabria, ma presto trasferitosi a Milano, patria della moda, nel 1982 venne insignito del premio «L’Occhio d’oro» in qualità di miglior stilista dell’anno per la collezione donna autunno-inverno. E’ solo l’inizio di una carriera sfolgorante, grazie anche alle collaborazioni con il fotografo di moda Richard Avedon e all’amicizia con top models degli anni ‘90 come Naomi Campbell, Linda Evangelista, Christy Turlington, Carla Bruni e Claudia Shiffer. Sono i decenni segnati dai grandi nomi della moda italiana: Valentino, Armani, Prada, Krizia, Moschino, Fendi, Gucci, Ferrè e numerosi altri. L’Italia esprime il meglio della propria straordinaria capacità di creare bellezza, artigianato e originalità.
E Gianni Versace è all’apice della piramide dei fashion influencers. Il suo stile totalmente devoto all’amore per le donne- a partire da quello per la mamma sarta- e all’espressione della loro femminilità, alla sensualità svelata e liberata fa gridare al miracolo. Il genere femminile di tutto il mondo lo ama. Veste Versace per vestire la libertà di essere sè stesse. Di essere sexy senza disturbare. Belle senza suscitare critiche. Desiderabili, con classe e senza inibizione.
LE AMICIZIE FAMOSE
Gianni, grazie al suo estro creativo e alla bellezza della sua persona, ingaggia amicizie famose nello star system e nella mondanità mondiale: da Lady Diana Spencer- che fatalità morì lo stesso anno 50 giorni dopo di lui, a Parigi- ad Elton John a Madonna; da Freddy Mercury a John Travolta, al regista Franco Zeffirelli. Versace aveva in dote il dono di catalizzare attorno a sé persone speciali e uniche, che hanno cambiato il corso della moda, dell’arte, della musica, della cultura e della società.
Collaborava alla creazione di costumi per il teatro per coreografi e registi come, tra gli altri, Maurice Béjart, William Forsythe, Bob Wilson. Loro gli davano piena libertà creativa, lui dava corpo ai sogni. Amava il bello, adorava lo stile napoleonico con il quale ha arredato tutte le più belle maisons a lui appartenute in giro per il Mondo.
«Mi sembra stupido prendere un quadro di Picasso, scopiazzarlo e metterlo su un vestito» amava dire. Preferiva ispirarsi ai geni e ri-creare un oggetto di rara bellezza. E quando una critica lo pungeva per avere preso spunto da idee altrui, lui replicava che l’Arte appartiene a tutti, è fatta per essere condivisa e per migliorare la vita.
Una intelligenza sfolgorante, una generosità spirituale unica. Donatella, amatissima sorella e sua erede artistica, scrive commossa il 15 luglio del 2022 sul suo profilo Instagram: «25 years of missing you, Gianni. Every day, I wish you were still here». Anche noi, amato Gianni.
SULL' AUTORE
Io sono Barbara Benzoni. Sono Italiana, milanese, romana di adozione, toscana per passione, americana per devozione alla terra del coraggio e delle novità: gli USA. Sono la mamma entusiasta di Peter e la compagna felice di Ale. Il cinema, l’arte, il buon cibo e solo le cose belle sono il tema della mia esistenza. La laurea in lettere mi ha insegnato a liberare la mente, il master in management dello sport a imbrigliare le mie passioni, trasformandole in un lavoro.Anche lo sport è una delle passioni imprescindibili della mia vita. Da oltre 25 anni organizzo eventi sportivi, partecipo a grandi competizioni sportive internazionali e le racconto al grande pubblico. Ho avuto la fortuna di conoscere grandi campioni dello sport, artisti e registi di cinema, manager e politici. Ma la curiosità per il quotidiano e le persone dall’anima semplice sono il mio driver. Il mio motto è una frase di Mohammed Alì: “It’s not bragging if you can back it up” cioè “Non è vantarsi se lo puoi realizzare”. Da grande vorrei diventare una fotografa famosa. Da grande!