Un libro biografico coraggioso che racconta la storia di una survivor di estrema forza e animo nobile
Il noto e giovane Maestro e compositore Giovanni Allevi, in cura per un mieloma aggressivo, condivide, a proposito della malattia che lo ha pervaso in modo aggressivo e repentino, un bellissimo pensiero sul suo profilo Instagram: «Non posso sapere cosa mi riserva il futuro, ma una cosa è certa: bisogna amarla questa vita, anche quando il buio ci travolge».
Giusy Versace questa vita la ama. E lo esalta nel suo libro «Con la testa e il cuore si va ovunque» (Mondadori Editore) presentato ai lettori americani lo scorso 18 luglio, in uno speciale evento, organizzato da IASF-Italian American Sport Foundation, ed ospitato dall’Istituto Italiano di Cultura a New York.
UN PRIMA ED UN DOPO
Giusy Versace deve avere avuto lo stesso pensiero quando, all’indomani del rovinoso incidente che l’ha vista coinvolta la notte del 22 agosto del 2005. Lavora nel mondo della moda come retail supervisor, anche se per una maison diversa da quella famosa di cui porta il nome essendo cugina del geniale stilista Gianni. Un cliente le chiede aiuto per una emergenza e lei, senza remore, parte per raggiungerlo. Noleggia un’auto all’Aeroporto e comincia il suo viaggio.
Di notte, il tratto dell’Autostrada Salerno Reggio-Calabria che lei sta percorrendo, è buio e colpito da una pioggia battente. Giusy perde il controllo della sua automobile, si schianta contro il guardrail che, squarciando la vettura, le amputa di netto le gambe all’altezza del ginocchio. In questo film da brividi lei riesce, con forza, a non svenire, uscendo dall’abitacolo e chiedendo aiuto alle auto che sfrecciano vicino e che, probabilmente, avranno assistito all’impatto. Anni dopo, la riabilitazione, il ritorno alla vita e la gioia di ciò che si ha che prende il sopravvento su ciò che si è perso.
Giusy mette tutta sè stessa nel ricominciare a vivere, a camminare, a dialogare con il mondo. Il cambio radicale di rotta della sua esistenza non la sconforta, anzi. Le è da stimolo. Se sono sopravvissuta, si ripete, c’è un perché, e voglio metter a frutto la mia nuova vita con tutta la positività del mondo. Aiuta prima Giusy a ricominciare. Poi diventa esempio virtuoso per chi vive in difficoltà a causa di una disabilità.
WONDER GIUSY
«Corro e ballo senza gambe. Non sono arrabbiata con la vita». Conosco personalmente Giusy – e la stimo nel profondo – da circa quindici anni. Posso testimoniare di non averla mai vista senza un sorriso in volto. Non ci sarebbe coincidenza di intenti tra una donna solare ed energica, che afferma di amare la sua esistenza ancora di più e che, se potesse, non tornerebbe alla vita prima del fatale incidente, ed i traguardi personali che riesce a raggiungere.
Nel 2014 partecipa all’edizione italiana di Dancing with the stars (Ballando con le stelle). Conquista il pubblico, supera vince pregiudizi, crea un felice precedente che fa da esempio a tutte le persone diversamente abili: credici e potrai farlo. Nel corso di una puntata, ballando in diretta TV, una protesi le vola lontano. Lei ed il partner ballerino Raimondo Todaro continuano a danzare e, a fine esibizione, sorridono e ironizzano sull’accaduto. Ecco il piccolo grande miracolo della determinazione: essere umani ed accettare anche gli up & down della vita.
«A volte non puoi scegliere il tuo destino, ma puoi scegliere come affrontarlo» dice lei. E Giusy lo affronta con salda determinazione. Tanta è l’energia che, in un libro illustrato dal titolo WonderGiusy, edito da Mondadori per la Collana Ragazzi, incarna una eroina le cui protesi hanno le ali. E’ con entusiasmo che spiega ai più piccoli come credere in loro stessi, affrontando chi “scoraggia ogni coraggio”, e come “superpotere” è voce del verbo superare ogni limite.
MY INCREDIBLE STORY
Giusy ha scelto lo sport come strumento di rinascita, terapia e speranza. E’ stata la prima atleta italiana donna con amputazione bilaterale qualificatasi per le Paralimpiadi di Londra 2012 nei 100 e 200 metri, pur non avendo avuto occasione di parteciparvi a fronte di una selezione federale che le ha preferito una collega. Nel 2015, dopo aver conseguito 11 titoli italiani ed un Record europeo, approda ai Campionati Mondiali Paralimpici di Doha, in Qatar. La sua storia personale è così incredibile che, con l’Area Comunicazione del Comitato Organizzatore, di cui ero la Responsabile, decidiamo di raccontarla in un corto dal titolo My incredible story. Il suo racconto rapisce. E ispira molti. Come la bambola a lei dedicata. Le sembianze sono quelle di una Barbie dai capelli neri, con canotta e pantaloni da gara. La particolarità: le protesi da corsa tempestate da cristalli Swarovsky. A ribadire che nella vita non è tanto importante come tu corra, ma che tu corra!
SULL' AUTORE
Io sono Barbara Benzoni. Sono Italiana, milanese, romana di adozione, toscana per passione, americana per devozione alla terra del coraggio e delle novità: gli USA. Sono la mamma entusiasta di Peter e la compagna felice di Ale. Il cinema, l’arte, il buon cibo e solo le cose belle sono il tema della mia esistenza. La laurea in lettere mi ha insegnato a liberare la mente, il master in management dello sport a imbrigliare le mie passioni, trasformandole in un lavoro.Anche lo sport è una delle passioni imprescindibili della mia vita. Da oltre 25 anni organizzo eventi sportivi, partecipo a grandi competizioni sportive internazionali e le racconto al grande pubblico. Ho avuto la fortuna di conoscere grandi campioni dello sport, artisti e registi di cinema, manager e politici. Ma la curiosità per il quotidiano e le persone dall’anima semplice sono il mio driver. Il mio motto è una frase di Mohammed Alì: “It’s not bragging if you can back it up” cioè “Non è vantarsi se lo puoi realizzare”. Da grande vorrei diventare una fotografa famosa. Da grande!