Le ragazze inglesi hanno battuto in finale oggi la Germania per 2-1 ai tempi supplementari
Wembley was on fire! A fine luglio 2022 le calciatrici della Nazionale Inglese di calcio, le «leonesse», hanno battuto la la Nazionale tedesca per 2-1, ai tempi supplementari, aggiudicandosi il titolo di Campionesse d’Europa. Una vittoria meritata e festeggiata con un’enfasi speciale. Davanti a quasi 90 mila spettatori festanti nel tempio del calcio, che io ho avuto l’onore di visitare solo qualche anno fa in tutta la sua maestosa bellezza ed organizzazione, hanno riportato a casa la Coppa, restando comodamente nel salotto buono di Wembley.
MACCHINE DA GOL
Lo hanno fatto con l’entusiasmo di una macchina da gol che ha trainato la squadra sino all’Olimpo europeo. Hanno battuto the ones to beat. Le tedesche, infatti, ad oggi, vantano un palmares di 8 titoli europei. L’Italia ci ha creduto, dopo il traino dell’ultima edizione dell’Europeo in Francia, dove la nostra Nazionale ha brillato.
Ma, per paradosso, proprio la Francia ci ha propinato un clamoroso ed impietoso 5-1 nella partita di esordio a Rotherham, lo scorso 10 luglio. Austria, Belgio, Inghilterra, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Svezia si sono qualificate ai quarti di finale. Il resto è cronaca di oggi.
GAP DI INVESTIMENTI
Morale poco felice: in Italia solo da poco le calciatrici sono state riconosciute come professioniste. Nei Paesi europei, così come negli Stati Uniti, dove gli investimenti a supporto delle Federazioni calcistiche, a favore dello sport di base e dei vivai, sono invece consistenti, i risultati sportivi sono stati tangibili.
Senza trascurare l’aspetto tutto legato al sistema scolastico di «stampo anglosassone», grazie al quale ci si avvicina ad uno sport da piccoli a scuola e, se si eccelle, si ricevono in cambio bonus scolastici, borse di studio e agevolazioni economiche. Insomma: aiuti. Non ostacoli come in Italia!
Nel nostro Paese la forma mentis che vede il calcio come sport ad esclusivo appannaggio maschile è dura a morire, nonostante gli sforzi federali recenti nel cercare di cambiare la cultura del machismo. Nei nostri Campionati al femminile si gioca nel «dopolavoro», spesso si guadagna poco e chi investe, guarda caso, fa shopping all’estero. Dove il professionismo è di casa da qualche tempo e le migliori risorse si fanno pagare.
TEMPI DURI
Le italiane ci mettono molta passione, impegno e dedizione. Ma la forza di volontà si ferma davanti a limiti oggettivi quando, davanti, hai avversarie ben sorrette e strutturate. Mala tempora currunt, brutti tempi: così dicevano i latini. Diciamo che il calcio Azzurro, sia al maschile che al femminile, da qualche tempo non ci regala emozioni intense. Si sente ancora il sale sulle ferite dell’esclusione degli uomini sia a «FIFA Russia/Ucraina 2018» che, ancor più viva, a «FIFA Qatar 2022».
Ora la dèbacle femminile affossa gli entusiasmi, e crea una parità di genere, di cui, onestamente noi tifose e tifosi avremmo fatto davvero a meno. L’augurio più sincero che possiamo fare alle Azzurre – brave e capaci- è quello di imparare dall’oggi per poter brillare domani. E lottare per migliorare il sistema calcio. Speak up Italia in rosa!
SULL' AUTORE
Io sono Barbara Benzoni. Sono Italiana, milanese, romana di adozione, toscana per passione, americana per devozione alla terra del coraggio e delle novità: gli USA. Sono la mamma entusiasta di Peter e la compagna felice di Ale. Il cinema, l’arte, il buon cibo e solo le cose belle sono il tema della mia esistenza. La laurea in lettere mi ha insegnato a liberare la mente, il master in management dello sport a imbrigliare le mie passioni, trasformandole in un lavoro.Anche lo sport è una delle passioni imprescindibili della mia vita. Da oltre 25 anni organizzo eventi sportivi, partecipo a grandi competizioni sportive internazionali e le racconto al grande pubblico. Ho avuto la fortuna di conoscere grandi campioni dello sport, artisti e registi di cinema, manager e politici. Ma la curiosità per il quotidiano e le persone dall’anima semplice sono il mio driver. Il mio motto è una frase di Mohammed Alì: “It’s not bragging if you can back it up” cioè “Non è vantarsi se lo puoi realizzare”. Da grande vorrei diventare una fotografa famosa. Da grande!