E’ la donna dei record nello Spazio. Ingegnere meccanico, pilota militare, ambasciatrice UNICEF, fluente in sei lingue. Perché alla vigilia della seconda missione spaziale ancora le chiedono: «E la gestione della famiglia?»
AstroSamantha, come tutti la chiamiamo,sei una di noi! Il Capitano Samantha Cristoforetti, prima donna italiana a far parte degli equipaggi dell’European Space Agency, nello scorso afoso luglio 2022 ha compiuto l’ennesima impresa. Dopo essere stata, nella sua prima missione datata 2014, la prima donna italiana presente nella stazione orbitante ISS, la prima TikToker «extraterrestre», agguanta anche il record di prima astronauta europea a compiere una «passeggiata» di ore all’esterno della ISS-International Space Station. In altre parole: noi si giudica avventura camminare sul lungomare d’estate mentre lei lancia dieci nanosatelliti, in attività extra-veicolari nel cosmo, in compagnia del collega Oleg Artemyev!
SAMANTHA ANCH’IO
Va bene, direte voi: lei è una donna straordinaria, nel senso al di là dell’ordinarietà. Replico io che, noi donne, quando ci mettiamo d’impegno, in un afflato di sorellanza, quei sei gradi di separazione e affinità elettive li troviamo sempre.
Ad esempio io con Sam, la donna dei record nello Spazio, condivido tre aspetti di vita: sono nata negli anni 70, come lei. Ho trascorso la mia spensierata infanzia nella paradisiaca Malè, perla delle Dolomiti del Brenta, Eden per chi ama la natura, dove anche Cristoforetti è cresciuta. Sono mamma, felice e devota. Ma, direi, in tutta onestà, che le assonanze possano anche dirsi esaurite qui!
CAPITANO, O MIO CAPITANO
A qualcuno, però, deve essere – non si sa come- sfuggito che il Capitano Cristoforetti è persona che, come noi tutte e tutti, si qualifica, pubblicamente, per l’inossidabile curriculum vitae, la carriera spaziale, la determinazione, la competenza e la passione indiscutibili. In caso contrario nessune le avrebbe posto la domanda su come avviene la gestione della vita dei piccoli di 1 e 5 anni, in assenza della mamma, in orbita per 6 mesi! Il web si è infuocato, indignato ed ha protestato vivacemente per questa uscita.
Con un uomo avrebbero fatto lo stesso? A pensar male ci si azzecca, dice un proverbio. Il primo pensiero è: no. Nel caso di una donna, anche negli anni Duemila, si ritiene scontato che “l’interesse familiare” e, soprattutto, la cura dei figli, non siano delegati ma posti in primo piano. La risposta di Cristoforetti al come fare per coniugare privato e carriera è stata lineare quanto scontata: «Avere un ottimo partner». Poi ha intelligentemente esteso la questione a tutti i colleghi astronauti: «Siamo molto grati ai nostri compagni e compagne per gestire il fronte di casa quando siamo via a inseguire il nostro sogno». Tradotto: uomini e donne pari sono.
Le opinioni si sono divise. Allo scandalo, ad una donna si chiedono ancora ruoli subalterni e di rinuncia. Brava Sam, hai ribadito, se ce ne fosse bisogno, che la parità è, soprattutto, collaborazione. Sharing is caring. Ma altre «fazioni» vorrebbero che una donna facesse la donna. Vestale e madre, prima di tutto. Cristoforetti punta allo spazio, e zittisce tutti. Il resto è cronaca.
MARIE E LE ALTRE
Per fortuna, la immensa figura di Cristoforetti ha oscurato polemiche sterili nel lasso di un giro di boa. Ma è divertente ricordare come passino i secoli, ma non il clichè. La dottoressa Marie Curie, nel IX secolo, ottenne la cattedra in fisica alla Sorbona di Parigi solo a seguito della tragica morte del marito Pierre, nonostante sia stata l’unica donna ad essere insignita di due Premi Nobel (nel 1903 e nel 1911) in due distinte discipline scientifiche. Curie, prima donna ad avere la sepoltura nel Pantheon a Parigi, luogo di riposo eterno di Re ed Imperatori francesi, si sentì porre una domanda ideologicamente scorretta e simile a quella posta a Cristoforetti pochi giorni orsono. Si narra che a un giornalista le chiese come ci si sentisse ad aver sposato un genio. Tradotto: diamo per scontato che il genio sia lui, non lei. Curie, con eleganza, rispose: «Non so, chiedetelo a mio marito». Ma, quello, era un altro Millennio.
SULL' AUTORE
Io sono Barbara Benzoni. Sono Italiana, milanese, romana di adozione, toscana per passione, americana per devozione alla terra del coraggio e delle novità: gli USA. Sono la mamma entusiasta di Peter e la compagna felice di Ale. Il cinema, l’arte, il buon cibo e solo le cose belle sono il tema della mia esistenza. La laurea in lettere mi ha insegnato a liberare la mente, il master in management dello sport a imbrigliare le mie passioni, trasformandole in un lavoro.Anche lo sport è una delle passioni imprescindibili della mia vita. Da oltre 25 anni organizzo eventi sportivi, partecipo a grandi competizioni sportive internazionali e le racconto al grande pubblico. Ho avuto la fortuna di conoscere grandi campioni dello sport, artisti e registi di cinema, manager e politici. Ma la curiosità per il quotidiano e le persone dall’anima semplice sono il mio driver. Il mio motto è una frase di Mohammed Alì: “It’s not bragging if you can back it up” cioè “Non è vantarsi se lo puoi realizzare”. Da grande vorrei diventare una fotografa famosa. Da grande!